“Amleto - la serie social” di Donatella Furino e Emma Campili


Di Maura Messina

Curiosando sui social mi imbatto in un video che scopro essere la puntata di una serie molto particolare. Subito contatto le registe Donatella Furino e Emma Campili per saperne di più della loro: Amleto - la serie.

Quando avete pensato di far incontrare cinema, teatro e social network?

Diciamo che più che una decisione è stato un movimento naturale, nel senso che non abbiamo fatto nientaltro che dare una forma concreta a qualcosa che embrionalmente stava succedendo. Oggi libridazione delle forme è una conseguenza naturale della fine del 90, questo in tutti i campi. Per dirla in maniera più leggera e per non sfociare in un saggio dal titolo Cinema, teatro e social network. Nuovi linguaggi o una nuova epica? rispondiamo alla tua domanda senza divagare. Lidea ci è venuta nel 2015 quando abbiamo iniziato ad usare testi teatrali, mettendoli al servizio del cinema inteso come mezzo e ad usare i social non tanto come mezzo divulgativo ma come contenuto aggiunto. Di lì è nato il nostro Stasera c’è spettacolo, che debuttò al Napoli Teatro Festival di Dragone. Lanno del Drago.

 Perché avete scelto proprio Amleto per dar vita ad una social serie?

Partiamo dalle origini: Amleto è un testo a cui io (Donatella) sono legatissima, sia come attrice, che come regista, che come semplice lettrice; lo conosciamo entrambe a memoria dalla prima allultima scena roba da folli, ne siamo consapevoli. Pensiamo che lAmleto più che un testo è il testo. La sua eccezionalità consiste nel fatto che il novanta per cento delle parole, usate dai personaggi, ha un suo significato che prescinde dal plot della storia. Ogni frase di quel testo ha una verità filosofica e aforismatica che supera la storia. Quindi questo già è un dato importantissimo per costruire una storia seriale in un luogo che non garantisce mai un rapporto di continuità, non tanto rispetto ai singoli contenuti, ma di continuità intesa nel senso cronologico. Questo diciamo è il motivo più filosofico e quindi tecnico; poi sicuramente c’è il fatto che gli infiniti registri che usa Shakespeare allinterno di questo testo permettono non solo di usare perfettamente tutte le modalità linguistiche dei social, ma addirittura pare in certi sensi anticiparle.

 Perché avete scelto una donna per interpretare Amleto?

Questa è una domanda che non ci siamo poste in questi termini. Ovvero il fatto che Amleto sia una donna non è nientaltro che una condizione di genere dellattrice che lo interpreta, di fatto Amleto resta un uomo. Ora ti diremo una cosa che probabilmente ti farà ridere e farà capire quanto la critica alcune volte trovi significati e significanti completamente fuori dalloggetto che critica. Donatella conosce Amleto come un mantra, mastica le sue parole da anni (e questa è una conditio sine qua non per raccontare Amleto). «L ho sempre studiato e con i suoi versi (ho sempre studiato il verso con Amleto e Dante) cho sempre giocato e spesso anche sbattuto la testa». Non avevamo il tempo sufficiente per trovare un Amleto, magari lo avremmo trovato ma poi sarebbero servite prove infinite (solo con Amleto) e non cerano né il tempo né i soldi. E quindi ecco perché Amleto è interpretato da una donna. Oltre ad aver facilitato moltissimo le prove in quanto, per dirla nel linguaggio teatrale, agiva dallinterno come capocomico. Quindi fuori cera la regia cinematografica e dentro la regia teatrale. Ovviamente entrambe consapevoli luna dellaltra. Il nostro è un Amleto che non ha provato mai da solo, il cui unico costante esercizio (sembra poco) era diventare le parole di Amleto, camminando come un uomo, per tutto il periodo delle prove. Ovviamente questa scelta labbiamo potuta fare, senza forzature interpretative o simboliche, perché si trattava di Amleto, e quindi di un personaggio che per sua natura trascende il sesso, è il maschile e il femminile. È la filosofia e la poesia.

 Come avete selezionato i luoghi dove girare? E gli interpreti?

Il primo grande luogo che abbiamo scelto è stato Roma. Diciamo che il luogo è parte della sceneggiatura, ovvero una buona parte della riscrittura. E Roma ci è sembrata perfetta per rappresentare un moderna Elsinore, diciamo che almeno in Italia  è il corrispettivo della città che ospita la reggia e non solo perché è la capitale. E poi da qui a seguire a ruota: Il parlamento era il luogo naturale dove far girare Polonio, il Pincio il luogo perfetto per far incontrare Ofelia e Amleto, Villa Borghese la reggia, il Pigneto il luogo destinato ai monologhi di Amleto e via dicendo. Abbiamo semplicemente pensato dove quei personaggi, catapultati ai giorni nostri a Roma, si sarebbero mossi. Per quanto concerne gli interpreti abbiamo scelto gli attori in base alle loro scuole di provenienza. Abbiamo fatto provini per strada e al bar, e le selezioni consistevano nel provare immediatamente per strada, nei locali pubblici, nelle piazze, e la conditio sine qua non era quella di non aver alcuna vergogna nel provare In mezzo alla gente e  cercando di essere credibili, in quella determinata situazione, e poi in unaltra e poi in unaltra ancora. Pensa che Polonio, Ofelia e Amleto hanno provato varie volte in chiesa.

Pensate che il Teatro sia destinato a rincorrere i social per non sparire oppure si tratta semplicemente di non lasciarsi sfuggire questa opportunità?

Per rispondere bene a questa domanda dovremmo partire dalle origini, ovvero dalletimo di teatro che vuole dire spettacolo e che a sua volta deriva da Teaomai che vuole dire vedere. Può mai sparire il verbo vedere? No. Può sparire un modo di vedere, un luogo dove si vede, ma non può sparire il vedere. Non prendendo per buono questo assunto i social vengono percepiti come antagonisti di bassa qualità, forse come la televisione fu per il cinema. Nel nostro caso non c’è la missione di voler salvare il teatro o di doverci adeguare a nuove forme di comunicazione, per fare il nostro lavoro; per noi i social sono un vero e proprio linguaggio, una nuova epica, una nuova forma artistica. Noi non rincorriamo nulla, lavoriamo in questo determinato momento storico e sarebbe impossibile far finta che non ci siano i social network e soprattutto, ritornando alletimo, che il vedere non si eserciti al massimo presso di essi.

La scelta artistica di non utilizzare costumi depoca da cosa è stata dettata?

Non abbiamo scelto costumi depoca per vari motivi. Il primo è da ricercare nella volontà di dimostrare quanto la forza di un testo come Amleto risieda nel poter essere riscritto e diventare contemporaneo senza la necessità di violentarlo nelle parole (che sono la forza del testo). Gli attori, infatti, hanno recitato in versi ed il testo non è stato modificato in alcun modo. È bastato che i personaggi si vestissero come si sarebbero potuti vestire oggi, che si muovessero nellestetica contemporanea, perché il testo immediatamente diventasse attuale. Questo pochissime opere e pochissimi autori lo consentono. Il Secondo motivo, molto semplice, è che in questo modo il processo di immedesimazione  del pubblico è molto facilitato.

State pensando di girare una nuova social serie? Se sì, potete già anticiparci di cosa parlerà?

Sì… Abbiamo intenzione di fare un altro testo di Shakespeare e di ambientarlo a Berlino e altri due progetti che ampliano e approfondiscono la forma della social-serie, e che agiscono anche su altre piattaforme e altri canali. Non diciamo altro, perché come dice Eduardo, a cui siamo legate quanto a Shakespeare Essere superstiziosi è da ignoranti; ma non esserlo porta male". Questa la diciamo sempre uguale quando ci fanno questa domanda. (Facciamo le corna). 

 Raccontateci di voi, due donne registe, com'è nata la vostra collaborazione?

Affinità elettiva, un guaio passato, un incontro scritto, una croce per entrambe, ma forse più per chi si imbatte in noi.

Grazie di cuore per la vostra disponibilità e in bocca al lupo per i progetti futuri.

Grazie a te, Maura! Non possiamo non menzionare il cast e ti avvisiamo che è bello ampio.

Insieme ad Amleto abbiamo:

Simone Destrero, Re

Giovanna Cappuccio, Regina

Betti Pedrazzi, Spettro del defunto Re

Gennaro Falconetti, Polonio

Diego Maiello, Laerte

Arianna Pastena, Ofelia

Giulio Mezza, Orazio

Fabiana Fazio e Lisa Imperatore sono Rosencrantz&Guildenstern

Marco Mazzeo, Emanuele Vicortito e Diego Maiello sono Marcello, Barnardo e Francisco.

Francesco Maccarinelli, Fortebraccio

Bruno toro, Primo attore

Leonardo Dangelo, Attrice Regina\Osric

Massimo Ferrante, Francesco Di Cristofaro e Luigi De Cicco sono i musici

Becchino\Prete, Nino Orfeo

Ed un grazie speciale  a tutta la Crew. In particolare a quel Santuomo di Roberto Boccia e lui sa perché.


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